lunedì 25 marzo 2013

Blythe dolls.... amore a prima vista!



Chi mi segue su instagram ha già visto, in questi giorni, alcune di queste foto.
Questa è una Blythe doll, e chi mi conosce personalmente sa quanto io ami questa bambola.
Non sono impazzita, ne sono regredita all'età dell'infanzia; in realtà provo una particolare attrazione per tutti quegli oggetti che richiamano uno stile ed un design tipico degli anni '70.
Questa piccola bambola, alta circa 30 cm, infatti, è letteralmente riemersa dal passato per diventare il giocattolo più desiderato del momento (dagli adulti).
Fu disegnata nel 1972 dalla toy designer Allison Katzman; a quei tempi però la bambola non ebbe molto successo perchè ritenuta inquetante e fu ritirata dal mercato un anno dopo.

Ia sua popolarità strepitosa arrivò solo nel 1997 grazie alla fotografa Gina Garan.

La prima bambola venne regalata a Gina da un amico e lei se ne appassionò a tal punto da farla diventare modella e musa ispiratrice per le sue fotografie.
I suoi scatti sono raccolte nel libro fotografico "This is Blytne"
Le numerose foto e mostre di Gina Garan diedero popolarità alla bambolina facendola ritornare in produzione e rendendola la fashion doll più famosa e desiderata al mondo.
Da dieci anni a questa parte è stata modella per alcune campagne pubblicitarie, ha inspirato fotografi e stilisti famosi come Dolce & Gabbana, Chanel, Gucci, ecc... che hanno creato per lei linee di minuscoli vestitini.
Le sue caratteristiche sono, il corpo esile, la testa sproporzionata e due occhioni giganti che, grazie ad una cordicella dietro alla tasta, possono cambiare colore e posizione.... io l'adoro, voi cosa ne pensate?




mercoledì 13 marzo 2013

Se fossi sicuro di non fallire, cosa faresti?



Se fossi sicuro di non fallire, cosa faresti?

Quando lavoro a scuola, mi piace parlare con i ragazzi delle infinite possibilità che hanno nella loro vita, di quanto meraviglioso e fantastico potrebbe essere il loro futuro se solo lo desiderassero.
Non ci sono limiti a tutto ciò che si può fare e non ha nessuna importanza quanto incredibile possa sembrare il proprio sogno: se lo vuoi, puoi realizzarlo!
Mi piace spronare i ragazzi ad agire, mi diverto a fargli capire quanto infinite siano le loro potenzialità, voglio vederli motivati, attivi, brillanti, curiosi, determinati, felici….. ma soprattutto voglio vedere i loro sogni realizzati!
Quello che non mi stancherò mai di ripetere, sia alle mie figlie, che ai ragazzi in genere è:
“TROVA IL TUO SOGNO, CREDICI E REALIZZALO!”
Spesso mi sono sentita dire, “Lo farei, ma i miei non sono d’accordo”, “Mi piacerebbe, ma dove vivo io è impossibile”, “Sarebbe bello, ma non ho abbastanza soldi”, “Vorrei, ma non ho tempo”, MA, MA, MA…….
Ogni volta che pronunciate un “ma” vi state solo prendendo in giro!
Pensate forse che Walt Disney sapesse disegnare? Assolutamente no, era capace a malapena di scarabocchiare Topolino, ma era sicuramente un grande sognatore che non si è mai arreso, che ha creduto nel proprio sogno e che non si è mai inventato scuse!
Se non ne siete convinti, leggete la storia di Abraham Lincoln, di Thomas Edison o di alcuni personaggi di oggi.
Uno di questi, che amo citare, è il Colonnello Sanders. Mai sentito nominare? Probabilmente no, ma sicuramente conoscete KFC, una delle catene di franchising più grandi al mondo.
Vi consiglio di leggere la storia di quest’uomo, è davvero straordinaria, (al di là da tutto quello che si può dire sui fast-food e soprattutto sul pollo, che oggi servono da KFC). A sessant’anni il colonnello Sanders si è trovato senza lavoro e tutto ciò che possedeva era una ricetta per cucinare il pollo, un sogno e tanta, tanta tenacia.
Non sono casi isolati, la storia è piena di questi esempi, basta solo guardarsi intorno.
Se volete davvero fare un cambiamento radicale nella vostra vita, se volete realizzare il vostro sogno, dovete cambiare da subito il vostro modo di pensare e di conseguenza le vostre abitudini.
La prima cosa che dovete fare è eliminare dal vostro vocabolario le parole “non ci riesco”, “non ce la faccio”, “non sono capace” (questa cosa i miei alunni la sanno bene).
Cambiare il vostro modo di parlarvi è il sistema migliore per condizionare positivamente la vostra mente.
Credete in voi stessi, focalizzatevi su ciò  che volete realizzare, non abbiate paura di fallire; i fallimenti non esistono, ogni insuccesso nella vita è semplicemente una preziosa lezione per migliorarsi e crescere. Gli errori lungo il percorso sono inevitabili.
Da bambini non vi siete alzati in piedi ed avete iniziato subito a camminare, siete caduti a terra centinaia di volte, ma non vi siete arresi, non avete nemmeno preso in considerazione l’ipotesi di non farcela, di lasciar perdere, eravate focalizzati sull’obbiettivo; imparare a camminare!
Niente e nessuno poteva impedirvi di raggiungerlo; ecco, l’atteggiamento mentale che dovete avere è esattamente questo! Non focalizzatevi sui fallimenti! Rimanete sempre concentrati sul risultato finale e resterete stupiti di quante opportunità riuscirete a vedere lungo il percorso, di quante situazioni, persone e consigli vi aiuteranno ad arrivare alla meta!

Ora prendi un foglio e rispondi alla mia domanda:
“Ora che sei sicuro di non fallire, cosa farai?”

Un suggerimento: pensa in grande!

Questa è la mia opinione e il mio modo di affrontare la vita, voi cosa ne pensate?

lunedì 11 marzo 2013

Scuola...ne vogliamo parlare?




Ieri le mie figlie sono tornate da Scuola con un fascicolo per i genitori da compilare e riconsegnare, si trattava di un questionario per una valutazione approfondita del loro Istituto; 34 domande a cui i genitori devono rispondere dando il loro giudizio su ogni aspetto scolastico, sia sul metodo di insegnamento, sia sull'Istituto che sui Docenti, ma anche sul proprio figlio. Un modo intelligente per migliorare, ma anche per valutare e confrontare i progressi, le aspettative, i successi e le difficoltà di ogni singolo studente.

(Quando ho proposto questa cosa in Italia, da insegnante, in sala Professori alcuni colleghi per poco mi picchiavano!)
A questo punto un piccolo confronto con la Scuola Italiana mi viene voglia di farlo; qui a Doha le mie figlie sono inserite rispettivamente nel grado 10 e 11 di una Scuola Inglese Internazionale, in Italia, lo scorso anno, frequentavano rispettivamente la prima classe del Liceo Artistico e la seconda classe del Liceo Psico-Pedagogico.
Prima differenza; si incomincia a 6 anni con il grado 1 e si finisce dopo 12 anni (grado 12) proseguendo gli studi sempre nella stessa scuola, in questo modo le materie vengono studiate in maniera più logica e continuativa, inoltre ci si diploma un anno prima.
I giorni di scuola, alla settimana, sono 5; la scuola inizia i primi di settembre e finisce il 30 giugno, ma con 10 giorni di pausa ogni 6 settimane di scuola, più le vacanze di Natale e Pasqua. 
Arrivati al periodo scolastico che in Italia corrisponde agli ultimi 3 anni alle superiori, i ragazzi possono scegliere tra una rosa di materie quelle che preferiscono (ovviamente alcune materie sono obbligatorie), e possono decidere a quale livello farle; basso, standard o alto, (Praticamente se sei una capra in matematica puoi decidere di studiarla ad un livello più basso!). 
Non esistono interrogazioni, ne compiti in classe, ma solo verifiche regolari, il cui voto NON viene registrato, ma servono unicamente per capire il tuo grado di preparazione ed eventuali lacune su cui lavorare in modo più approfondito; poi ogni 3 mesi c’è un esame scritto, programmato, per ogni materia che serve da valutazione.
Durante le giornate di scuola, in mezzo alle varie materie, ci sono anche ore di “free time” in cui gli alunni possono usufruire della biblioteca e dei vari computer messi a disposizione, o utilizzare il proprio portatile (che può essere tranquillamente portato a scuola!!!). Durante queste ore ovviamente i professori sono a disposizione dei ragazzi per spiegazioni, chiarimenti o domande varie… e sono molto contenti di aiutare gli studenti!!!!!
Gli Insegnanti inviano regolarmente (1 volta a settimana circa) una mail ai genitori per fare un resoconto di quello che succede a scuola e dei progressi del figlio. 
Essendo una scuola Internazionale, con ragazzi che arrivano letteralmente da tutto il mondo (60 diverse Nazionalità) vengono organizzate ore di lezione in cui ogni alunno continua gli studi che riguardano la propria cultura, c’è infatti un’attenzione particolare nel NON far perdere ai ragazzi il legame con le proprie origini!
La differenza Culturale  è percepita e vissuta come una straordinaria ricchezza e fonte di apertura mentale!!!!
La sensazione è quella che gli insegnanti siano li per insegnare e non per punire. Vivono il successo dei ragazzi come il loro obbiettivo, si impegnano al massimo per appassionare gli studenti.
Comunicano in modo amichevole con i genitori, coinvolgendoli spesso nelle attività, accettano i suggerimenti.
Trattano i singoli studenti come individui con capacità di apprendimento proprie, sanno esserci anche al di fuori delle proprie ore, incentivano la comunicazione con gli alunni (per posta elettronica), anche al di fuori dell’orario scolastico.
Inoltre questo metodo è stato messo a punto da un team di psicologi per ottimizzare l'apprendimento, per rendere più efficiente l'Istruzione e formare nel miglior modo possibile i ragazzi che una volta diplomati, con il "Full Diploma", avranno accesso a qualunque Università in tutto il mondo.
Qui la scuola si vive, non si subisce e tutta la famiglia ne è coinvolta!
PS: Altra piccola differenza..i colloqui con i professori sono organizzati in modo da non dover mai fare la fila… ma se ti capita di dover attendere qualche minuto, la scuola mette a disposizione un piccolo rinfresco.


domenica 3 marzo 2013

"Tutta colpa di quella frangetta"




Per chi non mi conosce o per chi non l'ha mai letto o guardato, questa è una versione ridotta e semplificata, (sia nelle illustrazioni che nel testo) del mio libro illustrato "Tutta colpa di quella frangetta".
Il libro è stato pubblicato circa 3 anni fa da una piccola Casa Editrice di Faenza.

Nel frattempo ho lavorato ad altri racconti per bambini, ma mai pubblicati. Il mio sogno è quello di poter vedere nelle librerie le mie storie e le mie illustrazioni, ma per ora, con la situazione che c'è in Italia, questo desiderio è molto difficile da realizzare.
Così ho deciso di pubblicare, ogni tanto, una versione semplificata e ridotta dei miei lavori perché penso sia un peccato tenerli chiusi in una cartella sul mio computer e perché spero che da qualche parte qualche mamma abbia voglia di leggere le mie storie ai propri figli in modo che il mio lavoro non sia sprecato.
In Italia ho lavorato spesso con i bambini, realizzando laboratori creativi e toccando temi come la paura, la diversità, la felicità, l'amicizia, ecc...
Dei bambini mi piace la spontaneità e l'entusiasmo che mettono nell'affrontare qualunque sfida gli si propone; dai bambini ho imparato a lasciare da parte i pregiudizi e ad agire in modo spontaneo e semplice.
È con questa stessa spontaneità ed immediatezza che spesso amo rappresento i miei personaggi.
Nonostante i miei studi abbiano seguito un percorso Artistico, a volte mi devo liberare di tutti gli insegnamenti per riuscire ad avvicinarmi il più possibile ad un linguaggio semplice e pulito.
Mi piace pensare di aver imparato di più dai disegni delle mie figlie che da otto anni di studi Artistici.

Spero vi piaccia questa piccola storia...buona lettura.